In questa sezione i miei 24 lettori troveranno ogni tanto qualche racconto.Soprattutto d’amore. Soprattutto giovanile. Racconti giovanili narrati da un vecchio.


Però stai scrivendo.

Sì, pare proprio che io stia scrivendo.


Perché in fondo la scrittura è terapeutica.

Ho scritto per mestiere. Ho scritto per amore. Ho scritto un po’ per non morire. E ho scritto per diventare ricco e famoso. Famoso, non lo sono diventato. Ricco, ancora meno. Ora scrivo solo per curarmi. Per leccarmi le ferite. Per sublimare un malessere affilato, anche se stranamente dolce e mansueto. Per soffocare, in fondo, ogni desiderata epifania.

 

O per fissare con mollette da bucato i ricordi, che altrimenti volano via.

 

Ho cercato di recuperare dal pozzo secchiate di volti, rosari di storie sacre e profane, racconti infiniti di struggenti seduzioni. E di seduzioni meno seducenti. Ma comunque vitali.

 

Ne ho recuperate tante, di storie. E più ricordavo la giovinezza così intensamente vissuta, più si faceva impietoso il solco con il presente. Il solco invalicabile fra ciò che è stato e ciò che è. E che è meglio non sia.

 

Perché non c’è nulla di più patetico di un vecchio patetico. Di un vecchio che vuol fare il giovane.

 

Anche la vecchiaia ha la sua dolcezza.

 

Vecchio è bello se ti convinci d’esser vecchio. E schivi come un surfista scaltro ogni parvenza di antico desiderio. Perché vecchio è bello solo se hai un grande futuro alle tue spalle. Se il tuo mantra è sedere nel tramonto per sorseggiare adagio un vermentino fresco. E ripassare adagio adagio il solenne rosario di ricordi. Potresti anche accarezzare un gatto, e sorridere alla ragazza bionda che passa in bicicletta. Seduto un po’ in disparte a guardare divertito l’acquerellato spettacolo della vita. Del flusso della vita che passa un po’ più in là dalla tua panchina adagiata contro il sole.

 

Vecchio è bello. Se hai racconti da raccontare.